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Dal monogramma al logo ‘IM’: il romanzo degli stemmi nerazzurri

Il sigillo di Muggiani

Il primo stemma è un monogramma: FCIM intrecciate, bianco su cerchi oro-nero-azzurro. È elegante, moderno, cittadino. Sintesi perfetta tra avanguardia e tradizione.

L’intermezzo dell’Ambrosiana

Nel 1928-29 lo stemma cambia: compare il fascio, il biscione visconteo, il simbolo di Milano. Un collage politico-civico che dura una stagione: il calcio come grafica del potere.

Scudo e biscione (1979-1990)

Anni ’79-’90: lo scudo col biscione “serpente” sostituisce i cerchi. È un marchio più aggressivo, televisivo, capace di rimanere impresso nel calcio che diventa prodotto.

Il ritorno del monogramma

Nel 1990 torna il monogramma, restaurato e poi restylato nel 2014: linee pulite, equilibrio classico. È l’era del brand management: lo stemma diventa segnaletica globale.

2021: “IM” come dichiarazione

Il 30 marzo 2021 nasce il logo IM (Inter Milano): I e M sole, blu profondo, oro accantonato. Minimalismo digital-first, riconoscibilità sui device. È lo stemma che parla il linguaggio della comunicazione contemporanea.

Perché gli stemmi contano

Ogni variazione racconta un’Inter capace di interpretare il tempo. La curiosità non è il disegno in sé: è la permanenza del senso—Milano, il biscione, l’internazionalità—tradotto nell’alfabeto visivo di ogni epoca.

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