Nella Coppa dei Campioni 1971-72 l’Inter arriva in finale. Lungo la strada, il quarto con il Borussia Mönchengladbach diventa la “partita della lattina”: all’andata, in Germania, un oggetto colpisce Boninsegna e il 7-1 per i tedeschi viene annullato; si rigioca in campo neutro. Curiosità unica nella storia europea.
Come Mazzola gestì il caos
Capitano, guida, punto di riferimento. In quelle settimane sospese, Mazzola fu collante psicologico e tattico. Saper riportare tutti alla partita è un talento diverso ma determinante. L’Inter passa e vola in finale.
L’ostacolo Ajax e la nascita dell’era Cruijff
A Rotterdam vince l’Ajax 2-0 con doppietta di Cruijff. È la staffetta simbolica tra due paradigmi: la struttura nerazzurra e il calcio totale olandese. Mazzola c’è, lotta, prova a legare il gioco. L’epilogo non cancella la bellezza della marcia.
Una stagione piena di snodi
Dal caso-lattina alla finale, l’Inter colleziona momenti formativi. Ogni snodo è una mini-lezione sul controllo dell’imprevisto. Avere Mazzola in campo significava avere una bussola nei temporali.
Perché questa annata resta una curiosità imprescindibile
In pochi tornei una squadra vive un ribaltamento così clamoroso da “cancellazione” di una partita a ribaltone narrativo. L’Inter lo fece e lo fece da protagonista. Mazzola, dentro, è il filo che tiene insieme tecnica e carattere.
Modernità di un vecchio caso
Oggi parleremmo per settimane di fairness, VAR, protocolli. Allora si decise di rigiocare. Il calcio accettò la giustizia sostanziale. Anche questo è un racconto da tramandare.
Il valore di una sconfitta
Perdere con l’Ajax di Cruijff non riduce l’Inter; la colloca nel cambio d’epoca. E Mazzola nella generazione di ponte tra due mondi.



