Sandro Mazzola è il miglior marcatore interista e italiano nella Coppa Intercontinentale con 3 reti (1964 e 1965). Curiosità non marginale: in una competizione durissima, spesso più fisica che estetica, segnare con continuità significava dominare il caos.
La doppia sfida del 1964
Contro l’Independiente servirono tre partite. Nella gara di ritorno, Mazzola aprì la strada al 2-0 che portò allo spareggio e poi al titolo. Dentro c’erano tutte le sue qualità: tempo d’inserimento, freddezza davanti al portiere, impatto nelle notti ad alta densità emotiva.
Il bis nel 1965 e la mentalità da serial winner
L’anno dopo, di nuovo i rossi di Avellaneda e di nuovo l’Inter che impone la propria legge. Mazzola timbra il 3-0 dell’andata con una doppietta. In queste partite il dettaglio tecnico aveva un peso specifico superiore: lui lo sapeva e lo applicava.
Perché questo record è speciale
La Coppa Intercontinentale non era un’esibizione: era una trincea. Avere un interno offensivo come miglior marcatore interista nella competizione sottolinea una specificità: l’Inter vinceva anche perché i gol arrivavano da unità mobili e non da un solo 9.
Un segno nella memoria globale dell’Inter
I trionfi mondiali fissano le squadre nella geografia del calcio. La firma di Mazzola su quelle coppe consegna ai posteri l’immagine di un leader elegante ma feroce. È la dimensione internazionale della sua grandezza.
Lezione per chi gioca le finali oggi
Nelle gare a posta altissima, serve qualcuno che trasformi i pochi palloni buoni in oro. La curiosità del suo record spiega perché Sandro fosse imprescindibile: quando la partita si accorcia, il talento decisionale si allunga.
Il valore di un primato che parla di squadra
Tre gol personali, due trofei collettivi. È la proporzione perfetta. Mazzola non fu mai bulimico di numeri, ma selettivo: colpire quando vale di più.



