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Il più giovane marcatore dell’Inter e gli esordi da predestinato

Prima di diventare leggenda, fu una scommessa. L’Inter lo portò a Milano dal vivaio veronese con un’operazione da nove milioni di lire; per lui, uno stipendio di settantamila lire al mese. Numeri che oggi fanno sorridere, ma che allora raccontavano l’importanza del talento captato.

Debutto in Coppa Italia a sedici anni e dieci mesi

Il 29 giugno 1958 arriva il debutto in Coppa Italia contro il Monza. L’Inter vince 3-1 e quel sedicenne a referto diventa un nome da segnare. La settimana dopo, contro il Como, segna già il primo gol. A sedici anni e spiccioli, entra nella storia nerazzurra come il più giovane marcatore assoluto.

L’ingresso in Serie A e il primo graffio

Pochi mesi e tocca anche la Serie A. Il 23 novembre 1958, 5-1 alla Sampdoria, è il palcoscenico perfetto per testare i nervi. Il 30 novembre, contro il Bologna, arriva pure la prima rete in campionato a 17 anni, 3 mesi e 5 giorni. Predestinato non per slogan, ma per la naturalezza con cui rende semplice l’impossibile.

La maturazione nella Grande Inter

Correre era relativo; far correre la palla, fondamentale. In una squadra che stava diventando macchina vincente, Corso si ritagliò il ruolo del creatore. Con Facchetti che spingeva, Mazzola che s’inseriva e Suárez che governava, il suo sinistro era l’arma che cambiava i ritmi delle partite.

Giovane, decisivo e già uomo-copertina

Essere così giovane e così decisivo portò attenzioni, confronti, anche critiche. Ma Corso rispose sul campo: punizioni velenose, assist calibrati, gol in momenti caldi. Quando la gara si induriva, la sua giocata ridisegnava gli equilibri. Dalla primavera degli esordi all’inverno dei grandi appuntamenti, il passo fu breve.

La base di un rapporto indissolubile con l’Inter

Quei primi mesi non furono un lampo, ma l’inizio di una storia lunghissima: quindici stagioni, 507 presenze complessive, 95 reti, quattro scudetti, due Coppe dei Campioni, due Intercontinentali. Il bambino prodigio diventò colonna; l’eccezione, regola.

Il valore della precocità nel calcio moderno

L’anticipazione di Corso insegnò all’Inter una lezione che ancora oggi vale: il talento va protetto e responsabilizzato presto, ma nel contesto giusto. La sua precocità è un manuale di come trasformare un gioiello in architrave di una dinastia.

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