admin

Dal vivaio ai record, tutto quello che Mario Corso ha vinto con l’Inter

Quindici stagioni in nerazzurro, 507 presenze complessive e 95 reti. La statistica diventa racconto: stabilità, impatto, affidabilità. In un club che pretende sempre il massimo, resistere così a lungo significa essere parte dell’ossatura.

Quattro scudetti e la spinta nei momenti chiave

1963, 1965, 1966, 1971: anni scolpiti nella pietra. In campionati equilibrati e spigolosi, la differenza spesso la faceva un calcio piazzato, un lancio, una giocata improvvisa. Corso fornì spesso quell’innesco, portando punti in classifica e convinzione nello spogliatoio.

Due Coppe dei Campioni, l’Europa ai piedi

Le vittorie 1963-64 e 1964-65 in Coppa dei Campioni sono l’apice di una generazione. Per primeggiare in Europa servono dettagli e nervi. Corso li aveva: fu uno degli equilibristi che tenevano insieme estetica e concretezza, in un torneo che non perdonava sbavature.

Due Intercontinentali, la legittimazione mondiale

1964 e 1965 portarono all’Inter anche il titolo di campione del mondo per club. Partite sporche, difficili, fisiche: proprio lì il sinistro trovò il modo di incidere. L’epopea della Grande Inter fu globale, e nel globo la sua firma era leggibile.

Un ruolo tattico moderno

Vestire l’11 senza essere un’ala pura, allargarsi a destra per rientrare sul mancino, giocare tra le linee come un trequartista ante litteram. Corso fu moderno prima che la modernità diventasse parola d’ordine. Il palmarès è il risultato tecnico di questa intelligenza applicata.

Record personali e primati di club

Dall’essere il più giovane marcatore della storia interista alle 500+ presenze, Corso occupa più caselle nei libri nerazzurri. Ma i record sono solo la superficie. Sotto c’è l’influenza: compagni che corrono meglio, squadra che crede, stadio che sente.

La sintesi di una carriera

Vincere tanto e a lungo con lo stesso club è raro. Farlo lasciando un’estetica riconoscibile è rarissimo. Mario Corso ha coniugato entrambi gli estremi: il risultato e la bellezza. Per questo, per i tifosi dell’Inter, il suo nome non è solo storia. È identità.

Lascia un commento