Dall’Africa al derby di Milano il passo è più breve di quanto sembri. Lautaro Martinez lo ha dimostrato ancora una volta, trasformando un’amichevole lontana migliaia di chilometri da San Siro in un manifesto della sua forma scintillante. Angola-Argentina 0-2 è una partita che, nella memoria dei tifosi dell’Albiceleste, rimarrà per due motivi: il 36° gol del “Toro” con la Nazionale e l’assist servito a Leo Messi. Ma nella testa degli interisti conterà soprattutto un aspetto: il capitano dell’Inter è mentalmente e fisicamente in un momento di potenza assoluta. E nel weekend c’è il derby.
La trasferta africana dell’Argentina non era semplice. In Angola il clima era umido, il terreno duro, l’atmosfera caldissima. Una di quelle amichevoli che possono trasformarsi in trappole mentali o fisiche, in cui una star può scegliere di gestirsi. Lautaro no. Lui è fatto diversamente: se indossa una maglia, che sia dell’Inter o dell’Argentina, la interpreta come una responsabilità personale. E infatti anche questa volta ha fatto ciò che fa meglio: prendere decisioni pesanti nei momenti importanti.
Il gol n.36 e il sorpasso a Crespo
L’episodio più importante arriva sul finire del primo tempo, quando Messi abbassa la testa e vede una linea che solo lui può immaginare. Filtrante perfetto: velocità minima, traiettoria perfetta. Lautaro taglia alle spalle del difensore, anticipa il centrale e calcia di destro con la naturalezza dei grandi centravanti. È il suo 36° gol con l’Argentina, numero che lo porta al quarto posto nella storia dell’Albiceleste superando Hernán Crespo.
Superare Crespo non è una statistica qualsiasi. Parliamo di uno dei centravanti più completi della storia recente, uno che con l’Inter ha lasciato ricordi importanti. E adesso Lautaro è lì, in una classifica che vede in alto Batistuta, Messi e Agüero. Entrare in quella top-list significa essere parte della storia.
L’assist per Messi: il mondo al contrario
Nel secondo tempo accade l’altro momento simbolico della partita: Lautaro → Messi. Una combinazione che negli anni abbiamo visto migliaia di volte, ma al contrario. Questa volta è il “Toro” a rifinire per la Pulce, che con un sinistro incrociato chiude la sfida sul 2-0.
Da un punto di vista tecnico è un assist che dice moltissimo.
Martinez riceve spalle alla porta, resiste alla pressione, si gira e vede la diagonale giusta. Una giocata da rifinitore vero, da attaccante totale. Non più solo finalizzatore, ma creatore di gioco. E questo dettaglio è una delle trasformazioni più importanti del Lautaro versione 2024-2025: non è più “solo” un attaccante che segna, è un attaccante che dirige.
Lo stato di forma: perché il derby deve preoccuparsi
Nelle ultime settimane, osservandolo all’Inter, si era già percepita un’accelerazione evidente: movimenti più dinamici, tiri più puliti, fondamentale di testa migliorato, responsabilità totale nell’attacco nerazzurro. Ma l’amichevole in Angola conferma che la condizione del capitano è altissima.
In vista del derby, è una notizia enorme per Simone Inzaghi.
Derby che va preparato con l’equilibrio dei dettagli: le corse senza palla, la capacità di abbassarsi per creare superiorità, la gestione della profondità, il sacrificio difensivo. Lautaro oggi è un attaccante che riesce a fare tutto questo.
Il “Toro” come simbolo di continuità
La partita con l’Angola racconta molto anche dal punto di vista psicologico. Lautaro ha raggiunto una maturità impressionante: segna quando serve, ma soprattutto fa segnare. Dialoga con Messi con la serenità di un leader, non più con l’emozione di un ragazzo. È cresciuto nella personalità, nella gestione del pallone, nel modo di occupare le zone del campo.
Quando rientrerà a Milano per il derby, porterà con sé questa energia. E non è un caso che in molti, dentro e fuori il club, parlino di lui come di un capitano “naturale”: non urla, non domina, non impone. Agisce.
L’importanza della combinazione Messi-Lautaro per l’Inter
Potrebbe sembrare un dettaglio, ma non lo è: giocare accanto a Messi migliora inevitabilmente la lucidità decisionale. Lautaro ormai ha imparato il tempo del passaggio, il momento in cui staccarsi dal marcatore, la postura corretta per ricevere tra le linee. Tutte competenze che trasferisce immediatamente nelle partite dell’Inter.
Un assist come quello servito a Leo è un messaggio chiaro:
Lautaro è diventato un giocatore capace di creare occasioni, non solo di finalizzarle.
E in un derby, dove gli spazi si restringono, questa qualità può essere decisiva.
La lettura della partita: una prestazione intelligente
La sua gara è stata completa.
Gol: movimento, freddezza, precisione.
Assist: visione, tecnica, scelta giusta.
Ma c’è un aspetto ancora più importante, l’unico che interessa davvero a Inzaghi: Lautaro ha giocato con intensità ma senza rischiare infortuni. Ha gestito i contatti, non ha forzato, non ha provocato contrasti duri. Segno di un atleta che sa dosarsi e che arriva all’appuntamento del derby nella miglior versione possibile: lucido, integro, affamato.
Lautaro, simbolo dell’Inter che arriva al derby
Quando un giocatore raggiunge questo livello di consapevolezza, anche la squadra ne beneficia. Lautaro oggi è il volto dell’Inter non solo in Italia, ma nel mondo. Il 36° gol in Nazionale lo proietta definitivamente tra i grandi del calcio argentino. Ma è la sua continuità all’Inter che lo rende un riferimento globale.
Il derby, per lui, non sarà una partita qualunque.
E non lo sarà per il Milan, che sa benissimo quanto Martinez possa diventare devastante nei momenti più caldi.
Segnali forti, messaggio chiaro
Una partita in Angola avrebbe potuto dire poco.
Invece dice moltissimo.
Lautaro è in forma straordinaria.
Segna, crea, trascina.
E sa che un derby può cambiare una stagione.
L’Inter, oggi, ha un vantaggio enorme: ha un capitano che cresce sempre, ovunque giochi, qualunque maglia indossi. E quando rientrerà a Milano, lo farà con un messaggio chiaro per San Siro: il Toro c’è. E si sente.


